Pagina:Barrili - I rossi e i neri Vol.1, Milano, Treves, 1906.djvu/205

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Egli tuttavia non disse parola. L’assalto era stato così repentino e violento, che egli non seppe che cosa rispondere. A volte anco il silenzio è sublime, e Lorenzo fu sublime tacendo, in quella che guardava la contessa con aria di doloroso stupore.

- Signor Salvani, - proseguì la contessa, - siete voi dunque disceso così in basso, da calunniare i gentiluomini che vi danno molestia? -

Lorenzo impallidì a quella seconda percossa; quindi per naturale contrasto, gli divampò il volto, all’improvviso rifluire del sangue alle tempia. Si cacciò una mano ne’ capelli, e strinse così forte, come se volesse strapparseli.

- Calunniare! calunniare! - ripetè egli con una terribile progressione di accento. - Oh, voi lo amate, signora.... Voi lo amate! Adesso vi porreste invano a negarlo. -

Matilde rispose crollando le spalle, e stringendo le labbra; quindi si mosse per andare allo specchio.

Era quello uno stato di cose difficilissimo per ambedue. Lorenzo aveva già posto mano al cappello per andarsene, quando si udì il fruscio d’una veste, e subito dopo un batter di nocche sull’uscio.

- Avanti! - disse la contessa, rivolgendosi da quel lato. L’uscio si aperse, ed entrò la cameriera ad annunziare l’arrivo del conte Alerami col marchese De’ Carli.

- Ah! lo sapeva che non sarebbero stati molto a giungere! - esclamò la contessa. - Signore, eccovi dunque contento! Il marchese De’ Carli è la lingua più lunga di tutta Genova, e si piglierà certamente una satolla de’ fatti miei.

- Signora, - rispose Lorenzo, facendo ogni sua possa per rattenersi, - perdonatemi! Me ne andrò.

- Sì, ve ne andrete adesso, perchè vi vedano uscire, e tutti abbiano a risapere che eravate qui solo nel mio spogliatoio. -

Il giovine Salvani chinò gli occhi, e si morse le labbra, per non rispondere altro.

- Che cosa avete detto a que’ signori? - chiese la contessa a Cecchina.

- Ho detto che la contessa non aveva anche potuto por mano a vestirsi.

- Sta bene. Andate, e fateli entrar qui. E voi intanto, signore, sedetevi e ricomponetevi.

- Non temete, signora! - rispose Lorenzo con piglio modestamente contegnoso; - i miei occhi si sono rasciugati, e spero non avrete ad arrossire più oltre per cagion mia.