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Pagina:Barrili - I rossi e i neri Vol.1, Milano, Treves, 1906.djvu/230

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Egli già, fin da quando aveva ricevuto l’invito dei Torre Vivaldi, era rimasto colpito di stupore. Che vuole, aveva egli chiesto a sè medesimo, che vuole da me il marchese Antoniotto? E poi, quando il marchese Antoniotto gli si era fatto incontro con tanta sollecitudine, la prima domanda si era mutata in quest’altra: perchè tutta questa tenerezza da un uomo che mi conosce a mala pena, ed è in ogni cosa tanto diverso da me?

Un capo scarico avrebbe creduto di trovare l’incognita di quella equazione, correndo a fantasticare che la dama avesse avuto mano nell’invito e nella cortese accoglienza del consorte. Ma Aloise non era uno di que’ presuntuosi i quali pigliano per buona moneta ogni invenzione che lusinghi la loro vanagloria; per giunta egli era certo che la bella Ginevra non poteva addarsi di un amore così celato e lontano come il suo, che nemmeno il telescopio (così egli pensava) lo avrebbe potuto scoprire.

Aloise era stato lunga pezza in forse, se andasse o no; ma il Pietrasanta gli aveva detto che sarebbe stata una scortesia grandissima la sua, se non avesse risposto pel suo verso all’invito del Torre Vivaldi.

- Di che diamine hai tu paura? Vivi solo, come un feroce anacoreta della Tebaide, e al cortese desiderio di chi ti si accosta, vorresti anche rispondere col rintanarti sempre più? Tu non intendi perchè il cupo tiranno di Quinto t’abbia posto nel suo calendario, e sta bene; ma non verrai certo a capo di saperlo, ricusando di venire alla sua festa da ballo. E poi, ti ho pur raccontato che una sera, in casa della Pedralbes, quando eri ferito, si parlò molto di te, e il valentuomo si degnò di ricordare che i Montalto erano ascritti all’albergo dei Vivaldi! Ora, se non ti viene altro in mente, poni che egli sia innamorato di te, ed abbia voluto invitarti alla festa per darti una testimonianza di stima particolare, come s’adopera con le persone di rilievo. Suvvia, Aloise, qui non c’è verso di schermirti; bisogna venire di gamba sana; se no, ti rifacciamo lo stemma di casa, e in cambio del leone che va in alto, ci metteremo un orso, e nemmeno di quelli inciviliti, che hanno imparato a ballare. -

Enrico Pietrasanta incalzava cosiffattamente Aloise, perchè lo amava molto, e metteva un po’ di ambizione, scusabile invero, a farsi scorgere insieme con lui.

Aloise, senza volerlo, e senza nemmeno addarsene, era il capitano naturale di tutta quella gioventù aristocratica. Vestiva