Pagina:Barrili - I rossi e i neri Vol.1, Milano, Treves, 1906.djvu/323

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le falde della collina sconvolte dalle mine, fondamenta a mala pena gettate di case future, fossi di calce, monti di rena, sterramenti, cataste di pietre da costruzione; insomma un caos, che aspettava ancora il fiat degli architetti e dei mastri muratori.

In mezzo a questo laberinto il Guercio si aggirò destramente, come se fosse giorno chiaro, o come se avesse il filo d’Arianna tra le mani. Per tal modo egli potè giungere in un luogo dove il suolo fangoso mostrava una gran buca, una specie di voragine, e gli addentellati ancora scoperti di un vôlto recente accennavano che là era il cominciamento della chiavica maggiore sottoposta alla via.

Il Guercio diede un’occhiata in giro, e sinceratosi che non ci fosse anima nata in quelle vicinanze, si curvò sulla buca, ne abbrancò gli orli e si calò dentro colla fidanza di un uomo, che già aveva misurato l’altezza del salto. E qui lettori1 umanissimi,

Qui ci convien lasciare ogni sospetto,
Ogni viltà convien che qui sia morta;

perchè, noi dietro al Guercio, e voi altri con noi, dobbiamo scendere nella buca, e dare una corsa per Genova sotterranea.

Anzitutto, a raffidarvi contro il timore di dover camminare nel buio, vi diremo che il furfante, dopo esser corso un cinquanta passi, seguendo il muro a tentoni, si fermò, diè mano ai cerini e poco stante il lucignolo acceso d’una lanterna cieca rischiarò dinanzi a lui uno spazioso androne, alto forse tre metri, che correva tra due ruvide pareti, su d’un piano inclinato di forma concava, seguendo sotterra l’asse medesimo della via sovrapposta.

Genova sotterranea, che noi sappiamo, non è stata mai particolarmente studiata nè descritta, e mi dicono che fino ad ora il Municipio non ne abbia neppure la pianta. Noi che ci siamo avventurati là dentro una volta, faremo di dirne qualcosa, aiutando i nostri ricordi con alcuni particolari più esatti e minuti che la cortesia d’un vecchio architetto ci ha posti in grado di aggiungere. Come li conosceva bene, il nostro compianto Pedevilla, tutti quegli oscuri meandri! E che Cicerone meraviglioso fu egli, per farne gli onori alla nostra curiosa giovinezza!

I nostri benevoli hanno prima di tutto a notare che noi non li terremo soverchiamente sotterra; che non seguiremo, verbigrazia, l’esempio di tanti famosi romanzieri che hanno

  1. Nell’originale "letlettori".