Pagina:Barrili - I rossi e i neri Vol.1, Milano, Treves, 1906.djvu/362

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di smettere quelle sue invenzioni. Qui il povero servitore perde veramente la bussola.

- Si faccia animo, padroncina! Se il signor Lorenzo giunge a risapere che mi son lasciato cavare il segreto di bocca, povero a me! Sono una talpa; anzi peggio; una talpa si sarebbe avveduta di qualche cosa. Animo, padroncina; non mi faccia quegli occhi!... La cosa non è grave come Ella immagina; neanco il diavolo è così brutto come si dipinge....

- Ditemi tutto, Michele! - gridò la fanciulla, afferrando le mani callose del veterano. - Ditemi tutto, se non volete vedermi morire d’angoscia!

- Oh, per l’anima di.... Morir lei! Ecco, le dirò ogni cosa; tanto ho cominciato, e chi ha fatto il male faccia la penitenza.

Così preso l’aire, il buon Michele ci andò proprio di punta, raccontando ogni cosa per filo e per segno a lei che stava ansiosa ad udirlo; come per quella sera medesima tutti i volenterosi avessero giurato di menar le mani, per metter Genova a tumulto, e così riuscir d’aiuto efficace a Livorno, a Napoli e ad altre regioni della penisola, le quali avevano da sollevarsi tutte, per farne una sola e libera famiglia; come una parte dei congiurati dovessero muovere all’assalto dei forti, altri impadronirsi del palazzo Ducale, costringendo le poche soldatesche del presidio ad uscir fuori le mura della città, altri piombar sulla Darsena, e ghermiti i legni da guerra che erano in porto, dar opera sollecita ad una spedizione navale per altre provincie italiane; e il resto in conseguenza. Ma Lorenzo? chiedeva Maria. Lorenzo doveva capitanare un centinaio d’uomini pronti ad ogni sbaraglio, quelli appunto che dovevano tentare il colpo dalla parte del mare, a mala pena i forti principali fossero caduti in mano del popolo; la qual cosa doveva accadere di prima sera, ed essere annunziata da un colpo di cannone dall’alto del forte Sperone, quindi.... -

Quindi il discorso di Michele fu interrotto sul più bello da una scampanellata all’uscio di casa.

- Poveri a noi! - gridò il servitore, balzando al suono improvviso. - Questi è il signor Lorenzo. Se egli sa ch’io non ho tenuta la lingua a segno, sono un uomo spacciato. Padroncina, mi raccomando.... -

La giovinetta lo raffidò con un gesto, e in quella ch’egli andava ad aprir l’uscio, ella si ridusse nella sua camera da lavoro. Giunta colà, si assise al suo deschetto, nel vano della finestra, e tolse tra mani il suo ricamo; ma la poverina, era cosiffattamente fuori di sè, che non potè mettere un