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come primo padrino del Collini e per cagion sua costretto ad incrociare il ferro col marchese di Montalto, si spettava più che ad altri il parlare.
— Voi qui? — diss’egli, con accento da cui trapelava tutto lo sdegno dell’anima. — E che cosa venite a fare? —
Il Collini, di smorto che era nel viso, si fece livido senz’altro; alzò la fronte verso Lorenzo, ed al fiero corruccio balenante dagli occhi del giovine rispose con uno sguardo sottile e freddo che pareva volesse passarlo fuor fuori; ma quello sguardo fu un lampo, e gli occhi del Collini si levarono subito al cielo, con aria contrita, in quella che la voce diceva, con accento da pulpito:
— Il mio dovere!
— Il vostro dovere? È già stato fatto; — gridò il Salvani. — Guardate; per cagion vostra due galantuomini, i quali non avevano sdegno o rancore di sorta l’uno contro l’altro, sono stati ad un pelo di uccidersi.
— Il Cielo mi è testimone che io mi dolgo amaramente di quanto è avvenuto testè, — disse il Collini, alzando gli occhi al cielo, come per offrirgli il suo calice di amarezza; — credevo che tra il marchese di Montalto e i miei padrini non dovesse accader nulla. Se manca uno degli avversarii (e permettetemi di usare questa parola per farmi intendere, sebbene non sia intesa più dal mio cuore), i suoi padrini, dissi tra me, non hanno a far altro che dar atto della sua assenza, comunque ella possa venir giudicata da animi preoccupati. Io dunque sono condotto a credere che se, dopo un fatto simile, si è trovato il modo di fare un duello, ciò debba ascriversi a feroce desiderio di sparger sangue, e non ad altra cagione. —
Lorenzo era fuori di sè per lo sdegno; gli altri tutti erano meravigliati, stupefatti da tanta audacia. Pure nessuno fiatò.
— E tuttavia, — proseguì il Collini col medesimo acuto e senza guardare in volto nessuno degli astanti, — io me ne dolgo come se fosse un male avvenuto per cagion mia. Ora, o signori, lasciatemi dire il perchè non sono venuto al ritrovo, e poi mi giudicherete.
— Sono curioso davvero di saperlo; — borbottò il dottor Mattei, daccanto ad Aloise di Montalto, il quale stava ancora seduto sul terreno, aspettando il fine della fasciatura.
— Sapevo che il battermi era un male; — disse Ernesto Collini. — Son cristiano, cattolico, e me ne vanto. Cedendo la provocazione del marchese di Montalto, io ho obbedito ad un sentimento di vanità mondana, che ora detesto. E