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cattiva azione? M’hanno detto: Pasquale, amicone, c’è una disgraziata figliuola nel monastero dove andate voi a lavorare; bisogna che ci aiutiate a salvarla. - Che! non me ne immischio, io. - E perchè? Non si tratta mica di far cosacce; quella poverina è sola, in mano a gente che le vuol male, e la costringe a farsi monaca, contro la sua volontà. - Oh, per questo, lo credo, che l’ho veduta io, co’ miei occhi, a piangere. - Orbene, commetterete un gran peccato, a darle un biglietto? - Un biglietto? Io? Per chi m’avete voi preso? - Ma, sapete? un biglietto aperto; lo potrete leggere e vedrete che non ci sarà nulla di male; non si tratta d’altro che di farle coraggio. - Sì veramente m’è parso che n’avesse bisogno. - Or dunque, da bravo, Pasquale, fatelo per amor mio. Sapete, inoltre; una mano lava l’altra. - E tutt’e due il viso, lo so; ma se perdo il pane? - Che pane? avrete pane e vino ed ogni ben di Dio da coloro che hanno a cuore quella disgraziata; ve ne sto mallevadore io, non vi basta? - Così m’hanno parlato, ed hanno mantenuto più di quanto m’avevano promesso. Roba di mal acquisto! E sia pure; qua l’altro marengo che avete già messo in tasca; io lo metto di costa agli altri nove, e li butterò tutti quanti nella cassetta delle anime, alla parrocchia di Castello. L’ospedale farà limosina alla chiesa. La non v’entra? Neanco a me; ma allora non mi state lì ingrugnata a cantare i paternostri della bertuccia. -
E adesso, per non riuscire stucchevoli ai lettori, lasciamo Tecla e Pasquale a finire il loro battibecco, che già volge all’accordo, per seguire un tratto il Giuliani e Michele.
Il nostro Templario uscì contento come una pasqua dalla bottega del legnaiuolo; non così Michele, a cui era rimasta una spina nel cuore.
- Maledetta lingua! - diss’egli. - Ho fatto male a lasciarmi sfuggire quelle parole.
- Perchè? - dimandò il Giuliani.
- Perchè adesso, se quest’altro ci girasse nel manico.... Non si sa mai....
- E quando pure girasse?
- Ma.... Ella mi capisce. Siccome quei furfanti verranno in cognizione del tiro di Pasquale, andranno da lui, lo sobilleranno, gli caveranno il segreto di corpo verranno a sapere che sono stato io....
- E poi?
- E poi.... Gli è vero! non sapranno niente più di quello che già era scritto in quel foglio.