Pagina:Barrili - I rossi e i neri Vol.2, Milano, Treves, 1906.djvu/184

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Pietrasanta, l’allegro, lo spensierato Pietrasanta, che non s’era mosso da Genova, vogliam dire dai dintorni, poichè la Giulia Monterosso era in villeggiatura; ma che poteva far egli? Volevano i suoi cavalli? Li avrebbe anche fatti crepare, per comodo loro. C’era da dar la scalata al convento? L’impresa, quantunque gravissima, non gli avrebbe fatto paura. Occorreva denaro? Ne avrebbe dato, s’intende nella misura della sua borsa e del suo credito presso la nobilissima classe degli strozzini. Altro aiuto non c’era a sperare da lui; e ben lo intendeva il Giuliani, rimasto solo a far disegni di guerra, quasi solo amandarli ad effetto, poichè non aveva altri con sè, tranne Michele, suo fidato scudiero.

Ma egli non si sgomentò, il nostro Giuliani: insieme colla malleveria gli crebbe l’ardimento. Domandava consiglio ai notturni colleghi, ma solo quando aveva cominciato a fare, e allora otteneva facilmente quella dispensa che in istile forense è detta sanatoria, e bill d’indennità in istile parlamentare. La sua prima invenzione, dopo quella felicissima impresa col Bello, fece crollar mestamente il capo a Lorenzo, quando egli ne fu ragguagliato, come quella che pareva impossibile, ed anco se fosse stata possibile, menava assai per le lunghe. Ma le vie lunghe sono spesso le più brevi; e l’esito aveva dato ragione al Giuliani. Il suo scudiero, posto fin dagli ultimi giorni di luglio all’assedio, penetrava ai primi di settembre nella piazza, e non visto vi piantava lo stendardo della lega.

Questa vittoria ne chiamò un’altra assai presto. I lettori rammentano come Michele celebrasse il suo giorno onomastico, origliando dal buco d’una toppa il colloquio di Bonaventura col suo degno discepolo. Per tal modo il Giuliani veniva in chiaro dei disegni dell’inimico, un’ora dopo ch’erano stati fatti, e fin da quel punto aveva scorto il bisogno di avvisar la fanciulla della nuova trama che si ordiva contro di lei. Fin dagli ultimi giorni di giugno ella era stata chiusa, in veste di postulante, nel monastero di San Silvestro; ma il postulato durava sei mesi; c’erano adunque ancora tre mesi di tempo, innanzi che ella riuscisse alle strette del noviziato. Di ciò bastava avvisarla; tenesse fermo, non si smarrisse d’animo fino al segno d’accettare la monacazione come un rifugio da quelle orribili nozze che le apprestava il gesuita; fingesse di accettare la profferta; intanto sapesse che non era abbandonata, che Lorenzo e gli amici suoi vigilavano, l’avrebbero ad ogni costo salvata. E questo prometteva il Giuliani con asseveranza; perchè, ove pure altri spedienti gli avessero