Pagina:Barrili - I rossi e i neri Vol.2, Milano, Treves, 1906.djvu/252

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guaio de’ grossi. Quella era stata per lo scolaro una giornata di disgrazia; ogni cosa anche pel maestro doveva andare alla peggio. Bonaventura, quell’uomo così forte, così padrone di sè, gli appariva stravolto, irrequieto, furente. Egli ben lo vedeva, al chiarore della lucerna, acceso in volto, il collo teso, seguire con gli occhi sbarrati e sanguinanti i moti dell’artigiano, che andava sperimentando l’un dopo l’altro i suoi ferri nella serratura restìa.

Non era facile impresa lo aprire quell’uscio. Toppa indiavolata! aveva detto il fabbro, in quella che cambiava per la seconda volta di grimaldello; e già cominciava a tirar giù qualche santo del paradiso, senza che Bonaventura e il cattolico senatore mostrassero di scandolezzarsene punto.

Finalmente uno di que’ ferri fece buona prova; la stanghetta, allo scattar della molla si mosse d’una mandata. Al gesuita grillarono gli occhi.

- Sia lodato il cielo! - esclamò il marchese Antoniotto, intanto che il grimaldello toglieva la seconda mandata.

- Sì, ecco fatto; - soggiunse l’artigiano cavando fuori il ferro ricurvo dal buco, e spalancando l’uscio con un gagliardo spintone.

Bonaventura non disse verbo; si cacciò dentro a precipizio, e senza aspettare l’aiuto del lume, corse nella sua camera da studio, dove, anzi che gli altri lo seguissero, aveva già brancolato alla nota parete, e tentata colle unghie la commessura dei battenti dell’armadio. Quel ripostiglio era chiuso, ed egli respirò un tratto. Uscì allora, e passato in mezzo al marchese Antoniotto e al Collini, che già si affacciavano sulla soglia, infilò il corridoio che metteva alle camere di servizio. La governante non c’era; ma ogni cosa gli parve a suo posto.

- Ella vede che non manca nulla; - disse allora il marchese, che gli aveva tenuto dietro con amorevole cura, - si calmi, adunque; or ora tornerà la sua governante, e ben potremo dire d’esserne usciti colla paura. -

Il gesuita non gli badò più che tanto. Accesa in fretta una bugia, ripigliò la via dello studio.

- Mi lascino solo un tratto, di grazia! - diss’egli, temperando più che gli venne fatto coll’accento la durezza della frase.

I compagni, che erano già per seguirlo, si rattennero. Egli entrò e tirò l’uscio dietro di sè. Lo avrebbe chiuso senz’altro, se un sentimento di onesto riguardo al marchese Antoniotto non lo avesse trattenuto in buon punto.