Pagina:Barrili - Il prato maledetto, Treves, 1896.djvu/78

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dio. In tempi già tanto lontani dal culto degli imperatori estinti, Dodone di Croceferrea era un augustale a suo modo; non adorava gl’imperatori romani in ispirito, ma in verità; non nella idea della apoteosi, ma nella specie sonante.

Aveva tre figli: due maschi e una femmina. Uno dei maschi, il primogenito, si era presto accasato; aveva voluto andarsene a vivere altrove; sicchè non c’era da fare più assegnamento su lui. Il secondo, ultimo nato, rimaneva ancora nel podere, in compagnia del padre; ma era giovane, e non ancora un sollievo per lui, specie nella vigilanza sui famigli e sui manovali presi a giornata.

Occorreva dunque a Dodone un buon aiuto, intelligente e fedele, i cui servigi avrebbe pagati con la mano della figliuola. Marbaudo gli era parso l’uomo da ciò. E pensava per l’appunto a Marbaudo, quando rispondeva a Rainerio, che gli parlava di sua figlia:

— Bisognerà pensare a maritarla, quella cara figliuola. —

Il vecchio Dodone strizzò l’occhio sinistro,