Pagina:Barrili - Il prato maledetto, Treves, 1896.djvu/98

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tire. Ami tu la mia figliuola’? Orbene, sta zitto, preme a me che tu la sposi, quanto può premere a te. Dunque, non mi far ragazzate, e non ne dire, se non ti è venuta a schifo la vita. Lascia a me la cura d’ogni cosa. Veramente, io speravo che andasse più liscia; ma per san Donato, nostro buon protettore, aggiusteremo questa faccenda. Non son padre per nulla. Getruda vuol rimanere in casa a spulciare il gatto? Leveremo di casa il gatto, e la vedremo, perdiana! Tu la sposerai, te lo prometto io; va, ragazzo mio; e acqua in bocca, mi raccomando! —

Marbaudo se ne andò, sospirando e sbuffando, ma dopo aver promesso che non avrebbe tentato nulla contro il castellano Rainerio. Povero ragazzo! egli pensava alla triste novità del suo caso. Da principio, la bella Getruda lo vedeva abbastanza volentieri; certamente pareva anteporlo a tutti gli altri vagheggini della vallata. Poi, tutto ad un tratto, gli si era voltata contro, gli si era mostrata fredda, e quel giorno, poi, aveva finito con dirgli un no tanto fatto.