Pagina:Barrili - L'olmo e l'edera, vol. 1.djvu/65

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— Com’io per l’appunto; ma io non me ne sono lagnata.

— Oh, voi siete buona come il carbonio di cui ci nutriamo; ma confessate che la è stata una cosa insolita. Gli altri giorni non s’è mai andati oltre le due.

— Gli è verissimo; quest’oggi il giardiniere ci ha avuto una gran sollecitudine per noi. Vedete, bel vicino, egli m’è stato attorno in un modo da dover essergli grata per tutto il tempo ch’io viva. Ci avevo già cinque o sei di que’ brutti animaletti i quali s’inverdiscono del nostro sangue; ed egli, buonino, me li ha cavati con un fuscellino, che solo a sentirlo mi facea tenerezza.

— E a me, madonna, ha levato di dosso un bruco villoso...... sapete, di quelli che poi fanno i farfalloni......

— Son carine, le farfalle, con quelle loro ali screziate e asperse di polverina d’oro!

— Sì, ma i bruchi son pure le moleste bestiaccie. Io rinunzio alle farfalle, madonna, se, per vedermele poi aliare dattorno, ho da lasciarmi strofinare dall’epa di quei vermiciattoli neri. Insomma ei me lo ha tolto dai piedi, e poi mi ha strappato alcune foglioline avvizzite che mi erano uggiose.