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— E sì — gridò Laurenti, respirando liberamente. — La è propria finita con un bel sì. Oramai siete condannata a vivere.
— Che! — rispose la signora, lasciandosi andar la persona contro la spalliera della carrozza. — Gli è un giuoco e null’altro; voi lo avete detto pur dianzi.
— No, no; voi lo avete voluto come un responso, e adesso bisognerà rassegnarsi. La vostra volontà non c’entrava, diceste; orbene! non l’adoperate adesso per far contro all’oracolo. —
La signora Argellani non rispose più nulla, e fu silenzio fino alla palazzina gialla, dove ella discese, e Guido prese commiato da lei.
XVI.
Nel ringraziarlo della sua cortese compagnia, la signora Argellani aveva detto a Laurenti come ella si sentisse stanca e pensasse di andare a riposarsi di buon’ora. Donde avvenne che quella sera, rotte le sue consuetudini, il giovine rimase come un pesce fuor d’acqua, nella agonia della incertezza, che è la peggiore di tutte. Dopo il desinare andò a passeggiare pel giardino, ma non c’era nè luce, nè aria, nè fiori per lui. Uscì per la città, ma non sapeva dove andarne a parare; tornò a casa e aperse