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10 | la legge oppia |
badare all’uscio di casa, che è sempre affollato di visite. Come son farfalline, coteste matrone! Su e giù, qua e là, continuamente in volta come le rondini, «Filò la lana, stette in casa sua»; così canta l’epitaffio. Ma gua’, delle mie padrone non si potrà dire il medesimo?
(mettendo da banda il canestro da lavoro)
Filarono la lana, quando non le ci avevano altro a che fare; stettero in casa, quando aspettavano visite. E avanti a ripulire; avanti a spolverare!
Mirrina
(passando attraverso la scena)
Tu brontoli sempre, peggio del tuono.
Birria
Venere ti guardi, Mirrina liberta! Son essi per me, quei fiori?
Mirrina
Vedete che ceffo da inghirlandare di rose! E’ sono per gli dei Lari; va via!
Birria
Mirrina, che modi son questi? Da ieri vendicata in libertà per grazia profumata del Console, che non sa negar niente alla moglie, già metti contegno col tuo amato Birria?
Mirrina
Amato!... quel coso!... Rosso di pelo e buono a nulla è tutt’uno.