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atto secondo | 53 |
Valerio
Non amasti più?
Plauto
Amai sì, ma leggermente, pochin pochino, ad oncie, a scrupoli, come il greco Arcàgato spaccia le sue medicine, che il malanno se lo porti. L’amore, Valerio mio, non dee soggiogarci; non la passione ha da vincer l’uomo, bensì l’uomo la passione.
Valerio
Parole! Ci s’accosta al fuoco per riscaldarci, e la fiamma ci s’appicca alla tunica.
Plauto
Ah sì! ti ho veduto infatti alla recita del mio Epidico, ed eri un incendio. Via, Lucio Valerio, lascia correre tutto il male ch’io t’ho detto delle donne. Era la vendetta d’un autore inascoltato, che ti vedeva tutt’occhi e tutt’orecchi per lei.
Valerio
Chi, lei?
Plauto
Oh bella! Lei; quella che è lei; l’unica che possa e debba esser lei. Se non lo sai, t’istruisco; lei è un modo dittico e calzante di dire F.... U.... L....
Valerio
Basta! Se ti sente qualcuno....
Plauto
Eh, se mi sente lei, non le dorrà certo. Amate, ragazzi, amate; è questa ancora la più bella com-