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mente! Questo è un vino generoso; non c’è pericolo che dia alla testa.
E obbediva alla sua esortazione, e beveva il quarto.
— Coraggio, Monsù Tome! Perchè non beve? — domandava egli, dopo un’altra pausa di qualche minuto. — Animo, via, non pensi alle malinconie; mandi giù quest’altro!
E tracannava il quinto, come potete immaginarvi.
Gli occhi del comandante brillavano sempre più vivi, volgendosi dai cinque bicchieri vuoti ai cinque bicchieri pieni.
— Andiamo! Non faccia tante cerimonie! — ripigliava, dopo aver passata quella seconda rassegna. — Si vive una volta sola, e poi... non si beve più.
E vuotava il sesto, con serenità di filosofo.
Al settimo, ordinariamente, la voglia c’era, ma le forze scemavano; la mano andava più lenta alla tavola e tornava un po’ più vacillante alla bocca.
— Come? Ella trema, Monsù Tome? Non ha vergogna? Un uomo come Lei, che ha... operato su tutti i fiumi della Russia, avrebbe paura d’un bicchiere di vino?