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Pagina:Barrili - Monsù Tomè, Treves, 1885.djvu/313

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Così accigliato e duro, il Nougarède rimase un istante sulla soglia, mentre Adriana, sempre appoggiata alla spalliera del canapè, si voltava un pochino dalla sua parte, con una grazietta incantevole, a cui la inclinazione forzata della testa sull’òmero, dava un’espressione canzonatoria che mai. Per altro, egli non poteva stare più a lungo ritto impalato sull’uscio, a fare la controscena, come un personaggio da tragedia; e si mosse, finalmente, venne a due · passi da lei, senza curarsi punto del visitatore importuno, e l’ammoni in questa forma:

— Adriana, lo sapete pure, che non potete ancora parlar troppo! —

La familiarità dell’apostrofe mi diede maledettamente sui nervi. E poi, sotto quella severità dottorale, avevo fiutato il geloso, quel personaggio meschino, dalla faccia scura, dagli occhi sospettosi e dai modi impacciati, che dove capita porta la sensazione del freddo. Non siate gelosi mai, o almeno fate di nasconderlo. L’uomo più garbato, più spiritoso e piacevole del mondo, se è geloso e si lascia scorgere in flagrante, perde ad un tratto tutte le sue belle qualità, per diventare uggioso, o ridicolo, e qualche volta l’uno e l’altro ad un tempo.