Pagina:Bartoli - Dell'uomo di lettere II.djvu/152

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gradarius fuit, solea dire, che partoriva i suoi versi more atque rita ursino; perché non contento d’ averli partoriti, li ripuliva ad uno ad uno come l’ Orsa, che con la lingua scolpisce le membra de’ suoi Orsacchi, che non solamente deformi ma informi ancora partorisce.

Non dee dunque volersi solo formare i componimenti, ma riformarli ancora: e ci sovvenga, che altri con disprezzo userà con esso loro quella severità in condannarli, a cui noi, scioccamente pietosi, avremo perdonato in corregerli. Prendiamo anche in ciò esempio da Dio, che ne fu fin da principio de’ tempi con una gran lezione maestro, mentre in un giorno fece, il Mondo, in cinque rabbellì; togliendo or le tenebre al cielo, or la sterilità, alla terra; adornando quello di stelle, questa di fiori; fin che compiuto il lavorio, lo lodò come degno della sua mano, et requievit ab universo opere quod patrarat. Poteva ben’ egli lavorar come di getto il Mondo, e tutto farlo in un momento perfetto. Ma, come ben’ avvisò Sant’ Ambrogio , prius condit et molitur res corporeas, de inde perficit, illuminat, absolvit. Imitatores enim suos nos es voluit, ut prius faciamus aliqua, postea venustemus, ne, dum simul utrumque adorimur, neutrurn possimus implere.

Con questo io non vo’ dire, che si debba essere con gli scritti suoi stranamente crudele, tormentando ogni parola non che ogni periodo, perché divenga, come le corde delle cetere, quo plus torta, plus musica. Scripta enim sua torquent (disse quell’ antico Controversista), qui de singulis verbis in consilium veniunt.

E sappiasi, che in ciò non è men condannevole la superstiziosa diligenza di chi, come Protogene, nescit magnum de tabula, che di chi è nel correggere trascurato. Perché la trascuratezza, è vero, non toglie da’ componimenti il soverchio; ma la superstiziosa diligenza (che è peggio ) toglie il necessario. Quella, non correggendo, la scia di mutare il cattivo in buono; questa troppo correggendo, muta spesso il buono in cattivo. Perfectum enim