Pagina:Bartoli - Dell'uomo di lettere II.djvu/63

Da Wikisource.

corre giù per la china d’ un monte malagevol riesce, in quello anzi precipizio che corso, essere a ubbidito da’ suoi piedi e dalla mole tutta del corpo, sì che di lì, ove doveva fermarsi, non si traporti più oltre alcuni passi. S’ io taccio, parrà che da me stesso io mi confessi reo. S’ io non rispondo ardito, sembrerà rimordimento di colpevole coscienza quello, che sarebbe dettame d’innocente modestia. Così diverrò il zimbello degli Scrittori, e lo schermo del Mondo: ché anche alle statue di Giove i Ragni fanno le tele intorno al volto e su la barba; né temono il fascio de’ suoi fulmini, perché sta in mano a’ un Dio di legno insensibile e insensato. Rispondere ad uno, sì che ne porti stracciati i panni e livido il volto, sarà avvisare in un solo tutti gli altri, che si guardino d’ aguzzare troppo arditamente le penne contro chi sa voltarle in saette, e rispondere ad inchiostro con fiele e a punture con piaghe. Così cadono i fulmini dalle nuvole, paucorum periculo, multorum metu. Uno ne arde per pena, tutti ne gelano per timore e la morte d’ un solo insegna a molti a temere il Cielo anche sereno, raccordando com’ ei fulmina quando è cruccioso. Con ciò molti vi sono, che abbandonandosi allo sdegno, per dir loro ragione, metton da parte ogni ragionevolezza. E non s’avveggono i ciechi, che sdegno in chi disputa è d’ ordinario argomento di debolezza e segno di perdita; sì come la quiete e ‘l riso è testimonio di vittoria. Così quel Principe, amico di Sidonio Apollinare, allora si stimava vincitore nelle dispute, quando lo sdegno dell’ avversario lo confessava. Oblectatur commotione superati; et tunc demum credit sibi cessisse Collegam, cumfidem fecerit victoriæ suæ bilis aliena.

Di più, sì come ad ogni opposizione di qualunque emulo non vuole rispondersi (onde per ciò bellissimo parve quel detto di Senocrate la Tragedia non degnar di rispondere all’ ingiurie che la Commedia le dice); così ancora non ogni opposizione, a cui si debba risposta, vuole una