Pagina:Bartoli - Dell'uomo di lettere II.djvu/64

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tempra medesima di risposta. Quando le saette non forano altro che la pelle a che dibattersi e smaniare, come se ci avessero trafitte le viscere? basta, far come l’ Elefante, che di cento saette si scarica con una leggiere scossa di vita, e

Mota cute discutit hastas.

Anzi si ha tal volta sì manifesta la sua ragione, che di vantaggio è mostrare quel che si potrebbe dire senza né pur degnare di dirlo. V’ è animale o meglio armato per sua difesa, o più pronto all’ altrui offesa dell’ Istrice? Il Porco spino, disse il Poeta,

Externam non quærit opem. Fert omnia secum;

Se phareta, sese jaculo, sese utitur arcu.

Unum animal cunctas bellorum possidet artes.

Ma contra chi l’ attizza ancorché ell’ abbia tutte le spine del suo corpo come saette in cocca, non però tutte le lancia;e ciò che può con una, non fa con due; e se basta minacciare, non ferisce;

Iraque numquam

Prodica telorum, caute contenta minari,

Solo rizza le spine, e, quasi mettendole su l’ arco pare che dica a chi l’ offende: Che sì, che sì. Questa maniera d’Apologia usò Tertulliano scrivendo contra i Valentiniani. Ostendam (disse), sed non inprimam vulnera. Si ridebitur alicubi, materiis ipsis satisfiet. Multa sunt sic digna revinci, ne gravitade adorentur.

Ma quando o l’ importanza della materia o l’ insoffribile acerbezza di chi provocò non lascia che si taccia o dissimuli, prendasi seriamente la difesa, e vi s’ adoperi ciò che sa e ciò che può l’ ingegno, l’ arte, la ragione, e l’ eloquenza. Si tuoni, si fulmini; ma sieno i fulmini non composti di zolfo puzzolente per ammorbare il mondo, ma di purissima luce per rischiarare la verità. Non lanciati sregolatamente dal furore, ma librati giustamente dalla ragione. Vi sia, come in Giano Dio della guerra, volto di giovane e di vecchio, gagliarda e senno, forza e maturità,