Pagina:Bartoli - Dell'uomo di lettere II.djvu/71

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profondo abbiano il seno, ampie le rive, limpida l’ acqua, rapido il corso: si vanno mutoli e quieti. Chi pesca poco fondo (nell’ ingegno molte volte è vero ma nel giudicio sempre) è intollerabilmente strepitoso, e con le lodi sue e col dispregio altrui assorda il mondo con che, senza avvedersene, tanto si pruova più vile, quanto più s’aggrandisce; perché, secondo l’ Aforismo di Simmaco in magnos animos non cadit affectata jactatio.

Ma percioché proprio de’ superbi ingegni è usare non solo l’ alterezza in terra, ma anche la curiosità in cielo, nel prirno ingiusti con gli uomini a cui vogliono essere senza merito superiori; nel secondo empj con Dio, il cui essere, lo cui azioni bilanciano al peso e misurano al passo del corto intendere che hanno; eccovi sopra ciò la seguente considerazione.


Due gran mali de’ Miscredenti: cercar le cose della Fede con la curiosità della Filosofia, e credere le cose della Filosofia con la certezza della Fede?


I Geografi nel disegnar che fanno le tavole globi della terra, poiché son giunti a’ confini de’ paesi fin’ allora scoperti, non avendo cognizione de gli altri che restano, hanno per costume di tirare alcune non ben ferme e sicure linee di sottilissimi punti, e su lo spazio che, rimane scrivere: Terra incognita. Di quest’ usanza de’ Geografi si servì molto acconciamente Plutarco per iscusa della sua penna, se, presa a scrivere la Vita di certi antichissimi Eroi, non potea tutte ad una ad una divisare le imprese, con che si renderono grandi nel nome; e nella gloria immortali: peroché l’ antichità, e la dimenticanza che le va dietro, molti paesi incogniti, molte parti della lor vita occulte e nascose tenea.

Ciò che delle azioni di quegli antichi valenti uomini