Pagina:Bartoli - Dell'uomo di lettere II.djvu/73

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con Agostino: Melior est fidelis ignorantia, quam temeraria scientia? etc.

L’ acqua delle fonti non saglie mai più in alto di quello che sia il capo e l’ origine ond’ ella viene: onde suol dirsi, che l’ acqua tanto saglie, quanto, scende. Or il nostro sapere non comincia egli da’ sensi? e questi di che altro sono capaci, che di cose fra’ termini della natura sensibile? E come vogliam noi aver di qui fontem aquæ salientis in vitam æternam, che s’ interpreta della cognizione delle cose sopranaturali e divine?

Ma di coloro che dir si possono empiamente curiosi, altri vi sono, che presumon di farsi a loro stessi maestri di quello, di che il mondo fin’ ora non ha avuto alcuno scolare, e aguzzando la punta de’ loro ingegni, malgrado dell’ impossibile, vogliono penetrare fino al centro della verità, e vederla in sé stessa svelata e ignuda. Appena hanno bocca per succiare il latte della Fede, e già vogliono roder le ossa e cavarne la midolla. Come se già avessero inteso ciò che ha d’ intelligibile la Natura, o ride non resti loro che penetrare, se non ciò che ha d’ occulto la Fede. Saranno Ercoli, che visto e vinto il mare, la terra, e l’ inferno, potranno dire:

Perdomita tellus, tumida cesserunt freta,

Inferna nostros regna sensere impetu

Immune coelum est. Dignus Alcide labor.

In alta mundi spatia sublimis ferar.

Petatur æther.

Ma mentre si rizzano su i piè, e allargano l’ ali per buttarsi a volo, quanto a tempo sarebbe chi loro raccordasse che vagliono. Chi loro dicesse a gli orecchi come la Samaritana a Cristo:Domine, neque in quo haurias habes, et puteus altus est!

Prima che vogliate intendere cose maggiori, rispondete per grazia a questa dimanda, che vi fa San Girolamo: Perché gli Elefanti, che sono un monte di carne, hanno sol quattro piedi, su’ quali appoggiano la smisurata mole del loro gran corpo; e le Mosche, che sono un punto vivo,