Pagina:Bartoli - Dell'uomo di lettere II.djvu/78

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vicendevolmente s’ abbracciano; o serve a tutta quella, gran famiglia di stelle un sol cielo per casa? Di qual sustanza composto? corruttibile, o intimortale? liquida come aria, o rassodata e dura come diamante? Onde le macchie, onde le facelle intorno al Sole? onde l’ oscurità in faccia alla Luna? A qual fuoco s’ accendono e di qual materia si compongono le comete, e le nuove stelle, che d’ improviso compajono? Sono nel cielo forestiere, o cittadine? naturali di quel paese, o salitevi, di quagiù? Gli sregolatti errori de’ pianeti come posson ridursi a regola senza errore? Come sapersi, come predirsi gli eclissi? Quanta è la profondità de’ cieli? Quanto il numero delle stelle? Quanta la velocità de’ lor moti? Quanta la mole de’ loro corpi? I venti onde prendono l’ ali al volo, gli spazj al corso, la forza al contrasto, le qualità all’ operazioni, e le stabili misure del tempo per nascere, per durare per isvanire? Chi sospese tiene in aria quantunque gravose le nuvole? Come se ne spremono a stilla a stilla le pioggie,? Come dal loro ventre gravido d’ acqua, si partoriscono i fulmini che son fuoco? Chi le quaglia in nevi? Chi in grandine le rassoda? Con quali conchiglie d’ oltremare dipingono l’ Iridi, con sempre un’ ordine di colori e una misura di diametro? Onde poi la salita delle fontane su le più erte cime de’ monti? Onde ne’ monti d’ una stessa terra, marmi di misto sì varj, metalli di tempra si differenti? Chi dà al mare i periodi del flusso e riflusso? Chi a’ fiumi l’ acque onde hanno sempre piene, benché si vuotino sempre, le rive? La tessitura de’ fiori e dell’ erbe; il lavorio de’ corpi sì vari negli animali, negli uccelli, ne’ pesci; le tempre de’ misti, l’ armonia delle communi e delle occulte qualità: in fine, ciò ch’ è, ciò che si fa, qual’ essere ha egli, e come si produce?

Saper tutto questo, a paragone di quello che potrebbe sapersi, è saper nulla. E pure chi v’ è, che questo nulla lo sappia tutto? Dunque v’ è tanto da sapere, e v’ è sì poco tempo di vita per impararlo; e vorrem noi, che gli avanzi soli, i soli minuzzoli di qualche ora ci bastino per istudio? Eccovi, quanto v’ ho detto, espresso con alcune particelle dell’ ultimo capo di quel prezioso libricciuolo