Pagina:Bartoli - Dell'uomo di lettere II.djvu/77

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fanciullezza, in noi decrepita, le loro decime sono nostre eccessive ricchezze, i loro avanzi nostri tesori; sì che della canutezza disse con ogni verità e ingegnosamente l’ Alessandrino, e Tertulliano: Hæc est æternitas nostra.

Se il conoscere a questo modo, che brevissima è la vita, ci persuadesse a spenderla come brevissima; sarebbe grazia quella, che pena ci pare. Intollerabile cosa è dolersi, che il Cielo sia con noi avaro di tempo, e buttarlo noi stoltamente da prodighi; usando la vita, come s’ ella si misurasse col lungo passo di molti secoli, non col brieve palmo di pochi anni. Chi v’ è, che col Principe della medicina non gridi, Ars longa vita brevis? ma intanto, chi v’ é, che solleciti per giunger presto, dove anche da’ più solleciti solo tardi s’ arriva? Ad Sapientiam quis accedit P Quis dignam judicat, nisi quam i. n transi. tu. noverit? Quig Philosophiam aut ullum liberale respicit studium, nisi cum ludi intercalantur cum aliquis pluvius intervenit dies, quem perdere licet?

A gran consiglio la Natura ha posto in mezzo al Mondo, quasi nel centro d’ un’ immenso teatro, l’uomo: Procerum animal (disse Cassiodoro), et in effigiem pulcherrimæ speculationis erectum; perché ivi fosse non ozioso abitatore, ma spettatore curioso di questo suo impareggiabile lavorio, in tanta unione sì vario, in tanta varietà sì unito, con più miracoli che l’ adornano, che parti che lo compongono. Benché, a chi ben dritto mira, non è stato disegno della Natura porci in mezzo al Mondo tanto come in un teatro perché s’ ammiri, quanto come in una scuola perché s’ impari. Perciò ella ci ha acceso nel cuore un’ inestinguibile brama di sapere; e aprendoci inanzi a gli occhi tanti volumi quante nature comprendono il cielo e gli elementi, col mostrarci in essi palesi effetti, c’ invita a rintracciare occulte cagioni. Qual gagliardia, qual forza d’ Intelligenza assistente, o pur d’ intrinseca forma, è quella, che la gran mole de’ cieli con infaticabile movimento raggira? Sono le sfere de’ Pianeti molti cieli, che, raccolti nel concavo seno l’ uno dell’ altro,