Pagina:Bartoli - Dell'uomo di lettere II.djvu/87

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una Comedia; sì era ella mal composta. Ma egli pur volle, che, al dispetto dell’ arte, Tragedia fosse; e gli riuscì, dandole un’ esito lagrimevole con istrcciarla. Il Capricorno, ch’ egli ebbe in ascendente, lo chiamava a comandare, non a poetare; non alla penna, ma allo scettro; non alle scene private, ma al publico teatro del mondo.

All’ incontro Ovidio, applicato dal padre alle liti, litigò più con sé stesso che con altrui; Perché il genio di Poeta, e ‘l gentilissimo influsso de’ Gemini, lo richiamava da gli strepidi del foro alla quiete delle Muse, e dalla spada d’ Astrea al plettro d’ Apollo: onde finalmente, cominciando da sé l’ opera della sua Metamorfosi, un giorno si trasformò d’ Avvocato in Poeta.

Eccovi come il Genio è una calamita fedele, che può ben’ a forza rivolgersi altrove che alla sua Tramontana, ma non mai acquetarvisi, sì che senza violenza vi stia, fin che anch’ egli soavemente operi in noi quello, che del Fato disse il Poeta:

Ducunt volentem Fata, nolentem trahunt.

Che s’ egli avvenga, che l’ interesse o dell’ onore o del guadagno non voglia che si tralasci quello che male si cominciò; eccovi nelle Academie delle Lettere, come nella Libia d’ Africa, i mostri. Un Medico Poeta, Filosofo Istorica, Giurista Matematico; ne’ quali confondendosi quegl’ innatti semi che si portaron dal ventre nell’ istinto dell’ animo con quelli affatto prevalgono, con esser l’ uno e l’ altro, non si è né l’ uno né l’ altro.

Ha dunque di mestieri, Perché felicemente riesca l’ applicarsi non solo alle Lettere, ma a questa più quell’ altra professione di Lettere, consigliarsi col proprio Genio; che suole, a chi ha buon’ orecchio, farsi intendere con la lingua de’ spessi desiderj quando non ha ciò che vuole, e col gusto che pruova quando l’ ottiene. Anche alla sua volontà bisogna dire com’ Eolo a Giunone:

Tuus, o Regina, quid optes

Explorare labor; mihi jussa capessere