Pagina:Barzini - Dal Trentino al Carso, 1917.djvu/108

Da Wikisource.
98 come fu conquistato il passo di rolle


Alla testata della Valle del Cismon che sale da sud a nord, la strada si inerpica tortuosamente alle pendici del Cavalazza, alto 2326 metri, e volge a ponente, verso Cavalese, verso Bolzano, incastrandosi fra i declivi bruschi del Cavalazza e quelli del monte Castellazzo, alto 2333 metri, più al nord. L’angusto varco fra queste due montagne costituisce il Passo di Rolle, oltre il quale ascende e si allarga la boscosa vallata del Travignolo che la strada segue. Il Cavalazza e il Castellazzo formano come i due stipiti di una porta.

Il Castellazzo era già in nostre mani. Ma il nemico sul Cavalazza ci impediva ogni tentativo di infiltrazione nella valle del Travignolo. Eravamo riusciti, per i sentieri che girano intorno al Castellazzo, ad arrivare a Paneveggio, villaggio ridotto in un mucchio di rovine annerite, che si trova al di là del passo, ma era difficile tenervisi e impossibile inoltrarsi. Bisognava espugnare il Cavalazza per essere padroni della soglia, conquistare una montagna fortificata.

Come tutte le alte montagne dolomitiche, il Cavalazza, al di sopra dei fianchi ammantati di folte pinete, eleva una vetta nuda dall’apparenza inaccessibile, un immane castello di roccia. Sulle cime, le trincee nemiche, tutte a muricciuoli, con reticolati a molteplici ranghi e