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nella "trincea del sogno" 187
NELLA «TRINCEA DEL SOGNO».

13 agosto.

Questa notte, dalle nostre nuove posizioni di Monfalcone si udivano i picconi e i badili austriaci mordere e smuovere i sassi della Quota 77, al di là del vallone della Pietra Rossa.

Era una notte di plenilunio, limpida, calma, tepida, e nel silenzio solenne del campo di battaglia risuonava il rumore regolare del lavoro nemico, a qualche centinaia di metri dalle nostre vedette; il rumore di uno scavo. Dopo il combattimento, pareva che solo degli affossatori fossero rimasti sulle collinette contese, e non avessero riposo. Gli austriaci si fortificavano.

Qui non ci siamo ancora liberati dalla lotta di trincea. In nessun punto, dal Sabotino al mare, il terreno ci è conteso con tanto feroce accanimento come in questo estremo settore.

Una settimana di battaglie non ci ha portato avanti che di cinquecento passi ad oriente di Monfalcone, mentre la pianura di Gorizia era invasa e il Carso conquistato fin oltre Oppacchiasella. E più a destra, presso la spiaggia bassa e paludosa, sulle prime collinette, non vi è stato alcuno spostamento. Lungo la strada che da Monfalcone conduce a Duino,