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196 nella "trincea del sogno"


colo centrale, e tutto questo ricorda l’interno di una nave. Pare di essere a bordo di uno strano ed enorme bastimento sotterrato.

Vi si sono rinvenute delle armi curiose e delle armi infami. Siamo venuti in possesso, fra innumerevoli placchine di guerra, di interessanti apparecchi cleptoscopici da applicarsi al fucile per sparare senza sporgere la testa. Il fucile solo si affaccia, e il tiratore mira dal basso, al coperto. Sparse un po’ per tutto erano le mazze ferrate e chiodate destinate al massacro dei feriti. Allo stesso scopo sono stati distribuiti ai soldati austriaci certi orrendi pugnali neri, fatti rozzamente di lamiera rafforzata e affilata, dei quali ne abbiamo rinvenuto delle migliaia. Ci siamo impossessati pure di coltellacci pesantissimi, specie di daghe, più larghe della mano, che ricordano il machete dei selvaggi dell’America Centrale.

I nostri soldati ridono dello strumento cleptoscopico, perchè dicono che bisogna avere una gran paura per adoperarlo. Lo trovano umiliante. Ma gli strumenti barbari se li passano, li guardano, li studiano in silenzio, senza indignazione, gravi e freddi. Li guardano con la severità del giudice che condanna. E questa loro calma avanti all’ignominia del nemico ha qualche cosa di più terribile della collera.