Pagina:Barzini - Dal Trentino al Carso, 1917.djvu/281

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dove è passata la battaglia 271


dono e non si indovinano più, e chi va sulla strada ha il senso subitaneo di un isolamento disperato, l'isolamento di un naufrago.

La visione del terreno della battaglia, nei suoi particolari, comincia al di là di Oppacchiasella. Si gira un angolo del piccolo cimitero del paese. Il bombardamento austriaco, per raggiungere le vie che scendono al Vallone, infierisce anche sulle tombe, e qualche vecchia croce è stata lanciata dagli scoppi fuori del recinto sacro, oltre al muro scoronato e aperto in breccia. Si attraversa l’abitato. Le case sono crollate sulla strada; si passa su frane di rottami. Una piazzetta da villaggio, che doveva essere stata pittoresca con i suoi grandi alberi intorno al pozzo, ha aspetti di rovina che mutano stranamente, perchè le granate nemiche sembra che la cerchino; in qualunque ora uno vi passi vede qualche cosa che più tardi non vedrà più: una porta, una scritta, un balconcino al quale si arrampicano dei convolvoli agonizzanti. Nel tetro deserto, Oppacchiasella finisce di dissolversi fragorosamente fra immense nubi di fumo e di calcinaccio.

Si è guidati da iscrizioni militari austriache, da tabelle indicatrici che dicono direzioni e distanze: «Kostanjevica, km. 5,1». Più oltre si ergono delle curiose, piccole torrette nere, sono prese d’acqua, fontane militari erette dal