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286 il bombardamento


necessari alla distruzione di quel settore; stabilire quali e quante bocche da fuoco occorrono per raggiungere il resultato voluto; studiare gli appostamenti dai quali le batterie, data la varia conformazione del suolo e l’orientamento del settore, possono ottenere i migliori effetti; ricercare su questi elementi le percentuali probabili di colpi utili, tenendo conto delle diverse possibilità di osservazione e di controllo; stabilire la intensità e la durata del fuoco.

Tutti questi problemi che s’influenzano l’uno con l’altro, che si innestano, che formano delle imponenti equazioni, mutano da settore a settore, da trincea a trincea, mutano a seconda dei progetti di attacco. Gli aggruppamenti dei vari calibri sono, per così dire, dosati: le concentrazioni del tiro di dieci, di venti batterie sopra un punto solo, hanno proporzioni precisate scientificamente. Cannoni giganteschi, solitari e lontani, lanciabombe accovacciati quasi sulle posizioni stesse, pezzi da campagna annidati chi sa dove, lavorano metodicamente contro lo stesso muro, contro la stessa ridotta, con una formidabile e ponderata armonia; i primi sfasciano, i secondi disperdono macerie e reticolati, i terzi cercano gli uomini.

Dalle direzioni più inattese i tiri convergono in angoli strani, per i tiri d’infilata, come se i