Pagina:Barzini - Dal Trentino al Carso, 1917.djvu/303

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la conquista 293


servendosi dei dati che l’osservazione aveva stabilito durante il giorno. Così la fanteria è potuta uscire dalle trincee quattro ore prima.

Gli austriaci aspettavano l’assalto ieri. Alle tre e mezzo del pomeriggio le nostre pattuglie uscirono per la prima esplorazione: dovevano verificare i risultati del bombardamento su certi tratti delle difese nemiche. Le batterie nostre allungarono i tiri. I nemici credettero che fosse il momento dell’attacco e misero in azione tutto l’organismo della difesa: fuochi di interdizione, fuochi di controbatteria, fucilate, raffiche di mitragliatrici. Le pattuglie furono ricevute come fossero degli eserciti. Mai l’esplorazione aveva incontrato una resistenza più pronta, più vasta e più violenta. Il lavoro dei nostri drappelli fu lungo e penoso. Per un momento la reazione nemica all’avanzata di pochi uomini parve assumere i caratteri di un vero contrattacco, tanto appariva sproporzionata. Rivelava l’allarme, l’ansia, la concitazione, ma diceva anche la preparazione e la decisione della difesa.

Le forze austriache, infatti, sono andate continuamente aumentando sulla fronte carsica. Dal Vippacco al mare il nemico ha schierato non meno di otto divisioni. Ne ha inviate dalla Transilvania, ne ha inviate dalla Galizia, ne ha inviate dal Trentino, dove le nevi cominciano qua e là ad imporre la grande tregua dell’in-