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296 la conquista


convergere subito tutta la possanza della difesa sopra una delle due ali, quella che ritengono più minacciata o più debole, e di tentare poi la riconquista del terreno perduto altrove con insistenti e formidabili contrattacchi.

Nell’offensiva di settembre fu sul massiccio di Nova Villa che concentrarono immediatamente tutti i mezzi della resistenza. Nova Villa fu presa, perduta, ripresa, riperduta. La battaglia passava e ripassava furibonda sulle Quote 208, finché riuscimmo ad aggrapparci ad una vetta, la 208 sud; ma il massiccio, enorme groviglio di trincee, rimase al nemico. Nell’offensiva di ottobre, invece, al momento dell’assalto, tutte le batterie austriache tempestarono a sinistra, verso il Veliki Hribach. Fu un inferno. L’assalto sparì nel fumo. Dietro la prima ondata d’attacco il terreno pareva bollire sotto al fuoco di interdizione. I plotoni che giunsero alla vetta del Veliki vi piantarono i segnali per le artiglierie, che sono rimasti lassù, isolati in una sanguinosa solitudine. Ma intanto alla destra espugnavamo Nova Villa e avanzavamo verso Lucatic e su Hudilog. In ogni offensiva possiamo quasi prevedere la resistenza massima ad un fianco e la controffensiva al fianco opposto.

Le linee dei trinceramenti nemici rivelano l’importanza che gli austriaci annettono alla