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la conquista 297


lotta sulle ali. Al centro la barriera è semplice: una profonda trincea, che in molti punti non ha nessuna opera avanzata. Ma dove i declivi risalgono, a destra e a sinistra, i solchi si annodano in complicate ridotte, girano, si intrecciano, si diramano. Non è più un trinceramento, sono due, sono tre, serpeggianti sul terreno come bizzarre venature, come le barbe di una radice. Alcune trincee sono nuove, ogni giorno se ne è scoperta qualcuna che non esisteva alla vigilia. Dove era un semplice camminamento, si sviluppava un sistema di fortificazione, un labirinto di fenditure.

La linea delle difese che abbiamo attaccato oggi sale dal valloncello di San Grado, protegge gli approcci del Veliki, difende Locvizza, taglia la strada di Castagnavizza, passa a ponente di Hudilog e di Lucatic, poi bruscamente fa gomito, si riavvicina, volge a occidente e si attacca al declivio scosceso della 208 sud. Una seconda e una terza linea si allacciano alle rive del Vippacco e si congiungono presso la vetta del Veliki; da qui dei trinceramenti formidabili scendono alla difesa del Pecinka e vanno ad annodarsi alla linea indicata prima, fra Locvizza e Hudilog. Nelle vicinanze di Lucatic il serpeggiamento delle trincee si sdoppia ancora. Una seconda linea costeggia il bordo del ciglione e va sopra Jamiano. Ogni altura che le difese toccano è trasformata in fortino.