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la manovra vittoriosa 317


girandoloa oriente, facendone prigioniera la forte guarnigione, con la quale era il comandante di una brigata. Poi, dalla cima del Volkovnjak, le nostre, colonne sono scese giù, nei boschi, in direzione di Biglia, sul Vippacco.

Profittando di numerosi ponti militari, il nemico si è affrettato a concentrare forze al di qua del fiume, di fronte a Biglia. Non ha fatto che creare una piccola testa di ponte sopra due alture adiacenti la riva, per impedirci di passare il Vippacco e tagliar fuori tutte le forze austriache rimaste quasi bloccate a Raccogliano, allo sbocco della valle. Intanto ha cercato di far salire un contrattacco nelle vicinanze del Dosso Fajti per isolare la colonna nostra operante in basso. Il contrattacco è stato sbaragliato subito. E una catena di rastrellamento passa attraverso il bosco catturando a poco a poco i nuclei nemici che la nostra manovra ha chiuso dentro. A ponente di Biglia la fronte italiana si appoggia ora al fiume. L’avanzata stupenda della nostra sinistra sul Carso ha adesso rassodato il suo fianco.

Anche questa sera, dopo il tramonto, le strade si sono ingombrate di lunghe carovane di prigionieri, chiusi fra scorte di cavalleria. Passano in silenzio. Si ode soltanto uno scalpiccio vasto, senza ritmo, che non ha più nulla di militare: vi si sente la truppa che è ridiventata folla.