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328 la gloria dell'ala destra

L’attacco è cominciato alle quattro della sera. L’Hermada si è destata furibonda e allarmata. La Quota 208 è stata di nuovo obbiettivo di un bombardamento dei grossi calibri. La feroce montagna austriaca, nelle brume del crepuscolo, appariva tutta costellata di vampe. Razzi rossi e razzi verdi, scintillanti multicolori di stelle filanti nelle caligini della battaglia, guidavano il tiro delle artiglierie nemiche. I nostri soldati combattevano nel fumo con la maschera sul viso. Avevano riconosciuto fra le esplosioni fragorose il tonfo cupo di qualche granata a gas asfissiante.

Le reazioni nemiche più violente si sono quasi sempre abbattute sulla Quota 208. Ogni fase della battaglia ha avuto per contraccolpo il martirio di quell’altura desolata. Pur di non permetterci di avanzare da lì, gli austriaci si sono rassegnati a vederci avanzare da per tutto altrove. Da dietro a Lucatic e da Jamiano, si sono riviste avanzare contro la 208 le masse di attacco. Fino alla notte il combattimento ha imperversato così all’estrema destra, e nello stesso tempo le truppe destinate al collegamento centrale operavano in relativa tranquillità. Ma operavano su terreno ignoto, in una notte buia e nuvolosa. Hanno dovuto sospendere ad una certa ora ogni manovra ed attendere il giorno. Al mattino il nemico, allarmato da quella concentrazione, ha cercato di ostacolarne con ogni