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verso la grande muraglia 61


V’era dell’ombra infatti. Le genti l’attraversarono con raccoglimento, come in un tempio. E la valletta divenne un tempio circondato dalla desolata maestà della solitudine.

Fu ed è rifugio di eremiti. Ogni cavità della roccia è un santuario, e vi si vedono scolpite massime sacre in antichi caratteri cinesi, ed altre, più antiche ancora, in tibetano, in mongolo, in mancese. Traccie della devozione di folle lontane. In alto, sopra una delle pareti di roccia, è sospesa una costruzione strana, un piccolo tempio pensile, il sacrario di una divinità allocato in un nido d’aquila; vi si sale per lunghe serie di gradini scavati nello scoglio, nascosti qua e là dai cespugli. Più addentro nella gola, un altro tempio sospeso, un altro rifugio della fede, vecchio di secoli, cadente. Sulla montagna, in punti inaccessibili, rimangono segni di simili costruzioni scomparse, crollate sotto i colpi delle bufere che, scendendo dal nord, s’ingolfano nella valle e v’infuriano cercando una fuga. Sopra dei macigni, franati giù dalle vette, il pio scalpello dei rozzi artisti primitivi ha impresso l’effige del Buddha, ha ricercato nei contorni del sasso i contorni della statua, ha dato alle pietre la fisionomia austera e serena della dolce divinità. Qualche enorme immagine di Buddha è scolpita sulla montagna stessa, prodigiosamente. Si vedono alcuni resti di templi che non esistono più, qualche troncone di colonna, e di pilastro. Non v’è una sola traccia del lavoro umano che non sia un’affermazione di fede. Passando di là ogni anima ha detto: Credo.

Quella via ha un’importanza religiosa: per essa è disceso il Lamismo. Dal cuore dell’Asia, sorgente di religioni, delle onde di devozione sono colate per quelle valli a trascinare anime cinesi a nuovi culti. Non è raro incontrarvi strani pellegrinaggi. Quando il Principe Borghese esplorava il cammino di Kalgan, s’era imbattuto alcuni giorni prima, per quei luoghi, in un penitente dalla testa rasa, dalla lunga tonaca grigia, il quale percorreva la via orando e genuflettendosi a baciare la terra ogni tre passi, regolarmente. S’informò di lui. Il pellegrino era diretto a Urga, alla