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sulle montagne 71


Siamo passati vicini ad altri poveri villaggi di fango, a piccoli templi in rovina, a stamberghe isolate, casette miserabili che sembravano sperdute lungo la via da qualche città in viaggio. Uno straccio rosso oscillante da un bastone sulle loro porte le indicava come luoghi di sosta ai passeggeri stanchi, minuscole trattorie da mulattieri alle quali i nostri uomini si fermavano a sorbire in fretta una ciotola di thè ed a comperare per qualche sapeca dei dolciumi contesi alle mosche. Tanti paesi si sarebbero I cinesi cercano «Dove è la bestia». creduti disabitati; non si vedeva un uomo e non si udiva un rumore; pareva che volessero celarsi a noi, o significarci: Passate al largo! Ta-tu-mu, una città dalle alte mura scoronate, aveva l’apparenza di una rovina abbandonata da secoli.

La strada si restringeva, entravamo spesso in profonde incassature scavate dalle acque nella sabbia e fra i ciottoli. Camminavamo nel letto d’un torrente.

Intorno a noi giganteggiavano le aspre montagne viste al mattino, senza un filo d’erba, gialle d’un giallo ardente. Salivamo il secondo gradino montuoso che divide Pechino dall’altipiano