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sulla soglia della mongolia 105


mano all’europea — concessione ai nostri usi fatta per uno speciale riguardo agli uomini e al luogo. Shu-ba! “Largo!„ — gridarono i soldati alla folla, coi bastoni in aria, e il corteggio si allontanò.

Venne poi il Tu Tung, con un sèguito anche più grande.

Noi eravamo gonfi di orgoglio e di thè, sopratutto di thè. È incalcolabile il numero di tazze che l’etichetta ci aveva obbligato ad ingoiare. Era notte, e ancora ricevevamo delle visite di cerimonia. Tipi di ragazzi Mongoli. Il samovar del signor Dorliac era continuamente sotto pressione, come una locomotiva. All’ora del pranzo venne anche E-Le-He-Tai. Esso è un mandarino interprete del Wai-wu-pu, che parla e scrive l’inglese, e che non aveva avuto modo di esprimerci la sua simpatia alla presenza del Ta Tsum-ba. Venne ad esprimercela vestito di seta rossa; magnifico; pareva un cardinale cinese. Aveva indosso oggetti di valore che volle regalarci per ricordo: al Principe una gran borsa ricamata, a me una taschetta da essenze odorose, piena di resina canforosa che i cinesi masticano per dare all’alito un profumo da guardaroba, ad Ettore una bor-