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per le praterie mongole 133


Uscendo all’aperto trovammo un gruppo di cavalieri che caracollava intorno all’automobile, sulla quale Ettore serenamente beveva la sua porzione di latte. Tutti gli abitanti maschi dell’accampamento si disponevano a scortarci, ed erano saliti in sella.

Partimmo velocemente circondati dalla singolare e pittoresca cavalcata, fra lo scalpitare serrato degli zoccoli sulla terra dura, e un lungo gridìo selvaggio. S’agitavano intorno a noi lembi di zimarre variopinte; i lunghi nastri che i mongoli hanno attaccati al cappello puntuto, sfarfallavano nell’aria; ondeggiavano criniere e code. Ma i nostri ospiti s’erano ingannati sulla possibilità di accompagnarci. Inutilmente aizzarono i cavalli con la voce e con lo scudiscio, inutilmente le povere bestie si slanciarono ventre a terra. Dopo un minuto l’automobile sfuggiva alla sua scorta, il cui rumore si perdeva lontano, e si ritrovava sola nel deserto erboso.

Molti di quegli uomini erano Lama. Si riconoscevano dal capo rasato. Non avevano altri segni della loro condizione sacerdotale. Vi sono tanti Lama in Mongolia, che formano la maggioranza della popolazione maschile. Se un padre ha cinque figli, ne destina tre ad essere dei Lama. Vi sono Lama pastori, carovanieri, mercanti di cavalli: bisogna bene che i monaci facciano i mestieri del popolo quando diventano un popolo. La Mongolia è un immenso convento. Nel Lamismo s’è spenta l’antica energia della razza. Un popolo di guerrieri è divenuto un popolo di filosofi.

Passarono alcune ore. Il paese si trasformava a tratti. La prateria s’interrompeva per lasciare il posto a vaste distese quasi sterili, coperte di rade erbe grasse. E variava la natura del suolo; passavamo dalle ghiaie sottili alle sabbie, dalle sabbie alle ineguaglianze di brevi passaggi sassosi. Poi ancora prati. Ma non vedevamo più mandrie, non scorgevamo più yurte fumanti. Il sole scottava. Incontrammo una carovana di cammelli attaccati a delle strane carrette a due ruote. Un’altra carovana trovammo accampata vicino ad un pozzo. Raramente qualche uomo a cavallo si mostrava all’orizzonte.