Pagina:Barzini - La metà del mondo vista da un'automobile, Milano, Hoepli, 1908.djvu/227

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la città del deserto 181


di guardarci curiosamente, sollevate sulle zampe posteriori, con una attitudine che era comica perchè aveva dell’umano. Quando la tana stava troppo lontana per essere raggiunta, l’intelligente animaletto s’abbandonava improvvisamente a terra come fulminato e si fingeva morto, per risuscitare in fretta appena eravamo passati. Salutammo con soddisfazione la presenza delle marmotte, perchè sapevamo che esse abitano in grande quantità la regione intorno ad Urga. Ci segnalavano la vicinanza della capitale Nei piani paludosi della Mongolia settentrionale fra Urga e Kiakhta.
Manovra per risollevare l’automobile affondata nel fango.
mongola. Erano le undici quando ci trovammo ai piedi della sacra montagna di Bogda-ola, parola che significa appunto “Montagna santa„. Dall’altra parte avremmo trovato il fiume Tola, e sulle sue rive la città.

Le vette della Bogda-ola erano coperte da una folta foresta di piccoli pini, scura, che scendeva nei valloni a lunghe striature. Erano i primi alberi che vedevamo dopo circa mille e duecento chilometri di viaggio, e li guardavamo con una profonda compiacenza. Avevamo lasciato dei salici, dei pioppi, degli ontani,