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CAPITOLO XI.
TRANSBAIKALIA
La protezione ufficiale — Ospitalità siberiana — L’automobile e il thè — Verso Novi-Selenginsk — La traversata della Selenga — Un paese che nasce — Il treno.
Il Commissario di polizia di Kiakhta, ricevendoci nel suo ufficio, ci disse con fisionomia rattristata che egli si trovava nella necessità di parlarci d’affari seri, e di comunicarci alcuni importanti documenti.
Il Principe ed io ci guardammo in aria interrogativa. Il tono del nostro ospite avrebbe quasi lasciato credere all’esistenza d’un mandato d’arresto o d’un decreto d’espulsione. Ma ci accorgemmo presto che egli assumeva sempre un atteggiamento grave e cerimonioso quando parlava di questioni d’ufficio, di qualunque genere esse fossero, e diveniva allegro e spigliato per conversare su tutto il resto. Distingueva le due personalità, del burocrata e del cittadino, con due maniere e due espressioni. Un simpatico tipo di funzionario, del resto, che fu uno dei nostri migliori amici di Kiakhta; un ometto piccolo, grasso, attempato, loquace, espansivo, colto e poliglotta. In quel momento s’era chiuso nella sua serietà professionale come in un un’uniforme.
Ritirò i nostri passaporti per la vidimazione. Ci annunciò che la Dogana aveva ricevuto ordini speciali per il nostro libero pas-