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280 capitolo xii.


Aspettando, esploravamo Missowaja; passeggiavamo sulla sponda del lago raccogliendo fra la ghiaia variopinta le piccole onici e le agate, classificavamo i pesci morti gettati alla riva dalle onde, ci arrampicavamo sul molo abbandonato, ci fermavamo a guardare gli oggetti eterogenei esposti nelle piccole vetrine polverose di qualche bottega. Questa ultima occupazione ci condusse alla conoscenza del farmacista di Missowaja, un luogotenente farmacista oriundo delle provincie tedesche, il quale ci attirò fra i suoi barattoli e ci fece la più simpatica accoglienza. La farmacia divenne un nostro ritrovo favorito; vi passavamo lunghe ore sorbendo oscuri liquori d’invenzione e di fabbricazione locale, ed ascoltando le storie di caccia dello speziale, che aveva fucili, cartuccere e pelli d’orso, presso le damigiane dell’olio di ricino. Ci mostrò una folta pelliccia d’orsacchiotto ancora fresca, tesa ad asciugare sopra una tavola. Glie l’avevano portata allora. Un cacciatore aveva ucciso la bestia con una coltellata. V’erano degli orsi a tre verste dal paese, sulla collina. Perchè non organizzare una battuta? Ma si. E lì, in mezzo all’odore dei decotti, progettavamo la caccia.

Dalla farmacia passavamo all’ufficio telegrafico, a domandare notizie dei nostri compagni. Erano arrivati a Kiakhta quel giorno stesso in buone condizioni. Avevano percorso parte della strada seguendo le nostre traccie, ed all’Iro quei buoni mongoli, fedeli alla consegna, vedendoli arrivare erano andati loro stessi ad offrire i buoi, spiegando a furia di gesticolazioni il modo col quale noi eravamo passati all’altra riva. Nel pomeriggio di quel giorno stesso, 28 Giugno, le De Dion-Bouton e la Spyker erano ripartite per Verkhne-Udinsk. Il giorno dopo sapemmo che alle nove del mattino erano giunte alla Selenga presso Novi-Selenginsk — dove noi avevamo incontrato il primo battello a vapore — e, traversato il fiume, erano ripartite alle undici. Calcolammo che sarebbero giunte a Verkhne-Udinsk l’indomani a mattina, 29 Giugno, ed a Missowaja il primo od il due di Luglio.

A casa passavamo il tempo intorno al samovar, facendo una