Pagina:Barzini - La metà del mondo vista da un'automobile, Milano, Hoepli, 1908.djvu/427

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sentieri. Passarono così quattro ore. Finalmente le ombre fosche nelle quali correvamo si dischiusero, e dopo un po’ scorgemmo dritto sull’erba un palo portante un numero sbiadito: era l’atteso segno della buona strada (da non confondersi con la strada buona). Ci ritrovavamo sul “Moscowsky Trakt„, su quell’antica via maestra che univa Mosca a Irkutsk, le due capitali — la madre e la figlia. Del Trakt non ritrovammo altro segno che Attraversando un fiume siberiano. — L’automobile imbarcata. quei pali, e dei solchi appena visibili fra l’erba lasciati da un traffico estinto, diretti dall’oriente all’occidente.

La taiga si allontanava, e correvamo sotto la luce d’un sole nuovo e tenue. I gruppi d’alberi si facevano sempre più rari, e, sparsi sull’eguaglianza verde delle praterie, facevano pensare alle ultime nuvolaglie d’un temporale passato. La campagna si appianava, si eguagliava, diveniva quasi deserta. Trovammo pochi villaggi, circondati da mulini a vento. Noi che giudicavamo il paese dal solo punto di vista della strada, ci rallegravamo della scomparsa del pittoresco.

Improvvisamente ecco apparire lontano un gruppo di cava-