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504 capitolo xxiii.


rigi è là!„ — come per persuadermi, soggiogato da un senso irragionevole di dubbio.

Giorno per giorno il nostro viaggio ci sembrava logico; qualche volta anche facile. Gli avvenimenti, gli episodi, si concatenavano lentamente, in modo naturale. Giungere a Kiakhta venendo da Urga, giungere a Verkhne-Udinsk venendo da Kiakhta ci appariva semplice. Passavamo da paese a paese, di popolo a popolo, per transazioni impercepibili; ogni cambiamento avveniva quasi insensibilmente, diluito nella lunga monotonia del tempo troppo lento a trascorrere. Ma adesso, fermi alle porte di Parigi, con l’animo non più preoccupato dalla strada da percorrere, ci volgiamo alla strada percorsa che la rapidità del pensiero ci ravvicina in uno scorcio violento.

Noi eravamo alle porte di Pechino coronate da pagode. Braccia cinesi hanno aiutato questa nostra macchina a sorpassare le rocce di Ki-mi-ni, ove incontravamo portantine a muli coperte di seta azzurra. Mandarini col drago d’oro ricamato sul petto sono venuti a vederla a Kalgan una sera, mentre suonava solennemente il gong d’un tempio vicino. Questa automobile è stata inseguita da tempestose cavalcate mongole e alla sua volta ha seguito, una mattina, al limite del deserto, una gran mandria di fulve gazzelle folli di terrore. Questa automobile ha guadato l’ampio Iro, l’ultimo fiume dell’Impero cinese: è caduta da un ponticello della Transbaikalia; ha corso fra le rotaie della Transiberiana; ha traversato la taiga, la più vasta foresta del mondo: è affondata nel fango alle porte di Tomsk: ed è qui sana, forte, a mezz’ora di cammino dalla porta di Vincennes. Non osavamo sperare, non osavamo neppur pensare l’emozione di questo momento, quando lasciavamo la Doch-man di Pechino.

Borghese ha sempre avuto per sistema d’imporsi delle piccole, facili mète vicine, non considerando mai le difficoltà future. Egli mi diceva, durante le faticose disperanti, giornate di lento e duro cammino: “Tutto ciò che desidero è di giungere al villaggio vicino„ — e sopprimeva nella sua mente il resto. Met-