Pagina:Barzini - La metà del mondo vista da un'automobile, Milano, Hoepli, 1908.djvu/571

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tevamo così tutte le nostre forze, tutta la nostra volontà, a superare quel breve passo, come se il villaggio vicino fosse l’ultima mèta.

Il giorno dopo ricominciavamo.

L’immane, portentoso viaggio non è in fondo che una serie sterminata di corti tragitti, ognuno dei quali era proporzionato L’arrivo a Champigny. (Fot. Branger, Paris) alle energie nostre e della macchina. Il nostro viaggio è sopra tutto una gigantesca catena di pazienze. Non calcolavamo mai quanta strada ci mancava da fare, ma quanta strada avevamo fatta. Cercavamo le cifre che potevano incitarci, e nei nostri conti eravamo così cauti che ci siamo poi accorti d’aver percorso molto più cammino di quanto credevamo.

Abbiamo quasi certamente sbagliato il calcolo delle distanze nella Mongolia e nel deserto di Gobi, dove camminavamo a buon