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marcia del motore stesso. Il consumo di benzina era in media di ½ litro per chilometro.

I cuscinetti dell’albero motore e delle bielle erano guerniti di metallo bianco antifrizione.

Tutto l’albero del motore era sopportato dalla parte superiore del bâti, e grazie a questa disposizione si poteva togliere la cuffia inferiore dei motore e visitare così agevolmente lo stato dei sopporti e delle bielle ed eventualmente regolarne il giuoco con tutta facilità.

Però questi sopporti e teste di bielle erano così abbondantemente calcolati e lubrificati, che nel caso specifico della vettura del Principe Borghese la cuffia inferiore non venne tolta che a Mosca, dove si fece una visita generale a tutti gli organi della vettura. Fu allora che si potè constatare che i sopporti dell’albero a gomito erano intatti e solo quelli delle bielle avevano un leggerissimo giuoco, il quale potè essere ripreso senza dover ricorrere alla sostituzione di bronzine, o all’aggiunta di metallo bianco.

La frizione era del tipo a dischi, con una disposizione speciale, per sopprimere ogni organo delicato, ciò che la rese oltremodo resistente. Durante il raid non ebbe a dare infatti alcun inconveniente; ed a Mosca fu smontata e rimontata senza che nessun disco dovesse essere sostituito.

Il cambio di velocità era a 4 rapporti di velocità avanti e uno indietro; la quarta era in presa diretta. Venne costruito con materiale al nichelio resistentissimo, materiale che nelle vetture Itala viene appunto adoperato per tutti gli organi soggetti a maggior fatica.

Il cambio di velocità nella vettura del Principe Borghese non venne mai smontato, ed all’arrivo si presentò in tutte le sue parti affatto nuovo.

Lo stesso fu constatato per i giunti cardanici che non presentarono la menoma traccia di usura.

Il ponte del differenziale costituiva una delle maggiori particolarità della vettura Itala, ed anche una delle più riuscite; nè il Principe Borghese, nè il suo meccanico mai ebbero ad occuparsi e preoccuparsi di questo organo generalmente tanto delicato in molte vetture; e questo malgrado gli sforzi ed urti straordinari cui venne sottoposto, come lo prova il fatto che una delle ruote posteriori, malgrado che queste fossero resistentissime, dovette cedere.

Il telaio venne costrutto in lamiera d’acciaio ad alta resistenza; il suo spessore venne aumentato nella vettura del raid.