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38 capitolo ii.


non si ode che la voce dei motori. Il fumo a tratti ci circonda e ci isola.

La bandiera si abbassa.

Scoppia un fragore di petardi e di mortari. Ci moviamo in mezzo a questo rumore di battaglia. Partiamo. Siamo partiti.

La musica, marciando avanti a noi fa echeggiare i caldi accenti d’un canto marziale. Procediamo a passo d’uomo. Gli ufficiali a cavallo ci fiancheggiano. La folla ci segue urlando, sventolando fazzoletti e cappelli. Udiamo i nostri nomi ripetuti da voci amiche.

Una via di Shim-pao-wau.

Percorriamo la strada che fronteggia la Legazione austriaca, fiancheggiata da alti muri dall’aria claustrale, stretta come un sentiero di ronda. Saluti isolati ci giungono dai corpi di guardia, e le sentinelle, non potendo salutarci, ci sorridono. Giriamo l’angolo della Legazione italiana, e sbocchiamo fuori del quartiere diplomatico, sull’ampio viale che lo divide dalla città nativa.

Quando la nostra automobile appare sul viale, scoppia un urlo formidabile. Il muro esterno della Legazione d’Italia è gre-