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182 capitolo viii.


laggiù sul bordo della vecchia Cina, e trovavamo dei pini; dalla variata flora dei paesi temperati, passavamo a quella delle regioni del freddo. L’aspetto del paesaggio ci diceva la distanza percorsa. Ci sentivamo già in mezzo ad una non so quale nordica severità. Sentivamo che la Siberia era vicina.

Sboccammo nell’ampia valle del Tola, e verso ponente scorgemmo Urga, incerta come in un miraggio, punteggiata da edifici bianchi che dovevano essere santuari. Fu un lungo cammino per raggiungerla. Il Tola, ed una rete dei suoi confluenti, tagliano più volte la strada. Si traversano dei ponti di costruzione russa; ma i mongoli preferiscono guadare e noi finimmo con l’imitarli, ed entravamo risolutamente nel fiume, di corsa per non affondare, seguendo le traccie di ruote e di zoccoli. Era un singolare spettacolo questo passaggio della grossa macchina grigia circondata da alti ventagli di acqua come una torpediniera.

Non v’è una sola Urga ad Urga: ve ne sono tre. Vi è quella cinese, quella mongola e quella russa. L’una è lontana dall’altra alcuni chilometri. Tre grandi razze, la slava, la mongola e la cinese, s’incontrano qui senza mescolarsi. Vi è fra loro un resto di secolare ostilità. Le tre città sembrano nemiche. Hanno l’aria dei campi trincerati. Sono cinte da palizzate altissime, come s’usavano nell’antica guerra per rompere l’impeto della cavalleria assalitrice. E palizzate altissime circondano le abitazioni e i templi. Nulla si vede all’esterno della vita intima degli abitanti; le strade non sono che monotoni corridoi fra mura di legno tristi ed eguali.

Qualche pericolo deve esistere anche oggi; queste difese non debbono avere soltanto un valore di tradizione. Infatti, il Consolato russo — una villetta di stile siberiano isolata fra la città cinese e quella mongola — ha degli spalti tutto intorno, ha delle trincee, è circondato da fossi, da reticolati di fil di ferro, da bocche da lupo, da tutte le più moderne ed efficaci difese ausiliarie, ha dei cannoni, ha una guarnigione di cosacchi transbaikaliani. E più oltre, ad occidente, presso la città mongola, il ge-