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la rappresaglia 229


istanti gli aliscafi si sono ingolfati nelle brume e sono scomparsi. Volavano tutti ad un migliaio di metri di altezza. Appena entrato nel porto il comandante del cacciatorpediniere ha dato comunicazione del fatto alle autorità superiori, aggiungendo questo commento: «Ho avuto l’impressione di un atto più che ardito, temerario; sento il dovere di segnalare il grande eroismo degli aviatori italiani....»

Intanto gl’inseguitori si avvicinavano all’ultimo apparecchio austriaco.

Questo se n’è accorto quando erano a meno di un chilometro ed ha virato di colpo a sinistra, per lasciar passare avanti l’italiano, più veloce, e metterglisi a poppa. È sfuggito così; ma per un istante. L’italiano ha virato subito a destra, è tornato indietro tracciando un cerchio, e si è ritrovato nella posizione di inseguimento.

Le distanze si accorciavano. I nostri volavano un poco più in basso dell’avversario. L’osservatore artigliere si era levato in piedi e faceva corpo col cannone, serrato al poggiaspalla, curvo sulla mira, la mano attanagliata alla pistola di scatto.

Non sparava ancora perchè non aveva più che tre colpi, e voleva essere sicuro. Al suo fianco, la rastrelliera dei proiettili, fissata al bordo, era vuota.

La distanza diminuiva sempre. Ottocento metri. Settecentocinquanta metri. Seicento.... Il pi-