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la guerra all'invisibile | 253 |
nua, raccolta, vigilante. Sulle navi che navigano, e lungo la costa, nelle batterie imboscate sui forti, sui pontoni e alle imboccature dei porti, degli artiglieri stanno dietro ai cannoni carichi. Sono sempre nell’atto di aprire
il fuoco, e il mare è deserto.
Che un punto nero si mostri, e i piccoli calibri scrosciano. Quando delle navi nostre s’inoltrano fra gli sbarramenti, tutte le mire convergono sulla loro scia, per colare a picco il sottomarino che volesse seguirle. Non basta difendersi; bisogna prevedere quello che il nemico può tentare, tendere tranelli ai tranelli, agguati agli agguati.
È così che noi manteniamo il dominio del mare.
Se si pensa che un solo sottomarino può infliggere i danni di una battaglia perduta, dobbiamo considerare con fervida ammirazione l'opera della nostra Marina che ha saputo proteggere migliaia e migliaia di traversate in acque insidiate, che ha salvaguardato la vita di decine di migliaia di uomini in viaggio, sventando ogni sorpresa, ogni attacco, in una lotta oscura e logorante, che, assai più del furore dell’azione combattuta, prova il cuore, la mente e i nervi degli uomini.
La pesca continua....