Pagina:Barzini - Sui monti, nel cielo e nel mare. La guerra d'Italia (gennaio-giugno 1916), 1917.djvu/303

Da Wikisource.

sott'acqua 293


sa. I torpedinieri conversano a bassa voce seduti sulle svasature delle parti curve, vicino alle culatte dei tubi di lancio carichi. Uno di loro, in piedi sotto alla lampada, legge un vecchio giornale. Un altro sonnecchia nell’ombra, accoccolato a fianco di un siluro di riserva. La lucida caffettiera elettrica, dopo aver servito, si raffredda sopra una mensola, ed esala ancora un buon aroma di caffè, un profumo di sveglia mattinale.

Agli ordini che la voce pacata del comandante lancia, pare che nessuno obbedisca, tanto il gesto è breve e pronto. Lo scatto di un commutatore, il grido di una ruota, e il battello devia, sprofonda, risale, accelera il suo moto, sosta, riparte. Per qualche istante si è appunto fermato.

Ascolta se delle eliche tumultuano nelle vicinanze. La presenza di una nave può essere udita sott’acqua a molte centinaia di metri. Ora il «V.L.A.» si avvia verso la superfice. Va a dare un’occhiata sul mare. Ma qualunque sia la sua manovra, persiste l’illusione opprimente di una irrimediabile immobilità. È l’indicatore della profondità che descrive l’ascesa. Sulla sua grande mostra da orologio, una lunga sfera numera i metri. Passa lentamente dal venti al quindici, dal quindici al dieci, e il timoniere che muove gli stabilizzatori segue la sua corsa cifra a cifra, getta di tanto in tanto rapide occhiate ad altri strumenti vi-